Ricordiamo a tutti i commercianti operanti nel regime “forfetario” che, come tutti gli anni, è possibile fare domanda all’INPS per accedere (o rinunciare) regime contributivo agevolato entro il 28 febbraio prossimo.

IN COSA CONSISTE?

Il regime contributivo agevolato, riservato agli esercenti operanti nel regime forfetario, permette di ottenere una riduzione del 35% dei contributi dovuti sul minimale di reddito. In buona sostanza, se il regime ordinario 2023 ammonta a € 3983, 73 annui, ovvero quasi mille euro a rata trimestrale, il regime forfetario permette di adempiere agli obblighi contributivi con € 2589,42 (ovvero € 647,36 per trimestre).

USUFRUISCO GIA’ DEL REGIME AGEVOLATO, DEVO RIFARE LA DOMANDA OGNI ANNO?

No, se un soggetto usufruisce già del regime agevolato non deve rifare la domanda, vi rimane incluso in automatico.

CONVIENE ADERIRE?

Dipende, sicuramente l’adesione al regime agevolato permette di essere “in regola” e quindi di poter adempiere più facilmente ai propri obblighi contributivi, si consideri che sull’indebito INPS maturano sanzioni e interessi (quelli che ora si possono cancellare con la “rottamazione”), quindi se non si è sicuri di poter affrontare il regime ordinario, specie in fase di start-up o in situazioni specifiche, è consigliabile optare almeno in principio al regime agevolato. Tuttavia NON bisogna dimenticare che il sistema pensionistico nazionale opera in regime contributivo quindi, a fini pensionistici, verranno accreditati solamente i mesi corrispondenti ai contributi versati (ovvero 8 mensilità l’anno).

COSA SIGNIFICA CHE PARLIAMO DEI “CONTRIBUTI SUL MINIMALE DI REDDITO”?

Per i commercianti e gli artigiani la legge stabilisce un minimo contributivo che per altre categorie non è previsto. In pratica, indipendentemente dall’operare o meno (e dal guadagnare o meno) viene “presunto” un reddito appunto “minimale” sul quale vengono calcolati, su base mensile, i contributi fissi dovuti da ogni lavoratore, cioè gli importi di cui parliamo qui sopra. Per la quota di redditi eccedenti il minimale, è anche dovuto il versamento dei contributi in misura percentuale.

Per fare un esempio, il livello di reddito minimale stabilito per il 2022 ammonta a € 16243,00. Per la quota di redditi eccedenti questa soglia ma compresi entro i € 48279,00 (oltre cambia leggermente) sarà dovuta una contribuzione ulteriore del 24,48%.

OCCHIO AL REDDITO

Nel caso del regime forfetario, per cui il reddito viene determinato appunto forfetariamente, cioè applicando una percentuale che varia in base all’ATECO prevalente, all’ammontare dei corrispettivi dell’anno, non è insolito trovare colleghi che si trovano a dover corrispondere cifre non banali all’INPS per quote di reddito eccedenti il minimale, anche qui, in questi casi la convenienza alla permanenza nel regime forfetario va valutata attentamente caso per caso tenendo conto della reale redditività dell’attività e degli oneri complessivi che altrimenti si dovrebbero affrontare con il passaggio in regime ordinario semplificato, non sempre la soluzione è scontata.

Circolare INPS n. 22 del 08-02-2022