24 Aprile 2020

La sospensiva del 23 aprile scorso rischia di mettere nuovamente in ginocchio il – già provato – piccolo commercio lombardo. Stop delle consegne a domicilio di tutti i prodotti ritenuti non necessari. Sarebbe colpito anche il delivery della ristorazione.

Ecco uno dei primi effetti del continuo rimpallo tra Stato e Regioni: il TAR della Lombardia ha ritenuto che l’ordinanza regionale 522, ritenendo possibile la consegna a domicilio dei prodotti non elencati nell’allegato 1 del DPCM, avrebbe effettuato un “alleggerimento” delle misure di prevenzione.

Ecco il decreto di sospensiva del TAR https://www.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?nodeRef=&schema=tar_mi&nrg=202000754&nomeFile=202000634_06.html&subDir=Provvedimenti

Senza dubbio una svista da parte del Tribunale amministrativo, in quanto lo stesso DPCM, sempre nell’allegato 1, definisce sempre possibile il commercio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, corrispondenza o telefono. E infatti le FAQ pubblicate sul sito del Governo parlano chiaro: le attività commerciali sospese per decreto possono continuare ad operare con la consegna a domicilio, previa adozione delle dovute misure igienico sanitarie, inclusa la ristorazione.

A questo link le FAQ del Governo sull’applicazione del DPCM http://www.governo.it/it/faq-iorestoacasa

Come GOIA abbiamo immediatamente sollecitato le autorità competenti affinché questa problematica venga superata il prima possibile.

Da tempo stiamo chiedendo che venga dato un ordine a questa giungla normativa, inasprita dai continui rimpalli tra Stato e Regioni, da tempo chiediamo che, come prevede la legge (DL 19/2020) i DPCM nascano da un confronto con le Regioni, e che dal canto loro le regioni non possano più andare a incidere sulle attività produttive (commercio incluso) con ordinanze dell’ultimo minuto.

Ora il rischio è che a fare le spese di questa bagarre siano di nuovo i piccoli commercianti.

Gregory Massa